Tumore al seno, Tamoxifene efficace contro le recidive anche a basso dosaggio

Tumore al seno, Tamoxifene efficace contro le recidive anche a basso dosaggio

Il tamoxifene è uno dei farmaci più utilizzati nel trattamento del cancro al seno, in particolare nei tumori estrogeno-positivi, che rappresentano circa il 70% di tutti i casi di cancro al seno. Il tamoxifene può essere utilizzato sia in monoterapia che in combinazione con altri farmaci, a Ipamorelin 5 mg Peptide Sciences seconda dello stadio e dell’aggressività del tumore. Inoltre, il tamoxifene può essere utilizzato anche in prevenzione, per ridurre il rischio di sviluppare un cancro al seno nelle donne ad alto rischio.

Sebbene non sia stata stabilita alcuna relazione causale con il farmaco, sono stati segnalati pochi casi di aborti spontanei, anomalie congenite e morti fetali in pazienti che avevano assunto tamoxifene. La conosciuta e principale via del metabolismo di tamoxifene nell’uomo è la demetilazione catalizzata da enzimi CYP3A4. E’ stato riportato in letteratura che l’interazione farmacocinetica con rifampicina, agente che induce il CYP3A4, comporta una riduzione dei livelli plasmatici di tamoxifene. La decisione di iniziare la terapia con tamoxifene in pazienti con carcinoma duttale in situ deve essere discussa con le pazienti, valutando i potenziali rischi e benefici. Se il tumore invece è estrogeno e progesterone negativo (e dunque non presenta i recettori per questi ormoni sulla propria superficie cellulare), la terapia ormonale è inutile. In una serie di test di mutagenesi in vitro e in vivo il tamoxifene non si è dimostrato mutageno.

Quali sono gli effetti collaterali della terapia ormonale?

Quest’osservazione è in linea con le proprietà farmacodinamiche del tamoxifene, ma non è stata stabilita una relazione causale (vedere paragrafo 5.1). L’incidenza ed il quadro di queste alterazioni suggeriscono un meccanismo di base correlato alle proprietà estrogeniche di Tamoxifene. Si può verificare arresto del flusso mestruale in pazienti in pre-menopausa il che non pregiudica l’attività antitumorale del farmaco. Data la possibile comparsa di ipertrigliceridemia durante il trattamento con tamoxifene, può essere opportuno controllare i livelli sierici dei trigliceridi.

Esempi di Medicinali contenenti Tamoxifene

In caso di sindrome genito-urinaria si possono utilizzare gel lubrificanti a base acquosa, oleosa o di siliconi, creme a base di acido ialuronico e anche dosaggi molto bassi di estrogeni a livello locale. Anche le vitamine D ed E utilizzate in forma di ovuli o creme, possono avere buoni effetti, secondo i più recenti studi. Gli LH-RH analoghi e il fulvestrant infine hanno tra gli effetti collaterali vampate di calore, il rischio di aumento del peso corporeo, disturbi uro-genitali, insonnia e sbalzi di umore. Teoricamente un sovradosaggio dovrebbe manifestarsi con un’esaltazione degli effetti collaterali di tipo antiestrogenico. Le pazienti devono essere informate dei rischi potenziali per il feto qualora si instaurasse una gravidanza durante il trattamento con Nolvadex o nei due mesi successivi all’interruzione della terapia. L’impiego del tamoxifene in pazienti sottoposti a terapia con anticoagulanti di tipo dicumarolico può aumentare significativamente l’attività anticoagulante; è consigliabile in questo caso uno stretto monitoraggio degli indici di coagulazione.

  • In alcuni casi le terapie complementari hanno dato risultati positivi, e il vostro medico di base potrebbe consigliarvi su come accedere a questi trattamenti.
  • Negli stadi iniziali della terapia, in un piccolo numero di pazienti con lesioni ossee si è sviluppata ipercalcemia.
  • Infatti, interrompendo il trattamento, si permette agli estrogeni di agire nuovamente sulle cellule tumorali, favorendo la loro crescita.

Che differenza c’è fra letrozolo e anastrozolo?

Il tamoxifene non è indicato durante la gestazione e in presenza di assunzione di anticoagulanti. Le informazioni riportate sono indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Humanitas Mater Domini è un ospedale polispecialistico privato accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale per le attività ambulatoriali e di ricovero. TAMOXIFENE EG è disponibile in confezioni da 30 compresse per il dosaggio da 10 mg e in confezioni da 20 compresse per il dosaggio da 20 mg. Alterazioni dell’endometrio, il tessuto che riveste internamente l’utero (compresi ispessimento del tessuto, polipi, endometriosi, tumore). Prenda la dose dimenticata non appena se ne ricorda, a meno che non sia quasi ora di assumere la dose successiva.

E questi ultimi vanno considerati con attenzione, annotano i ricercatori, coordinati da Lucia Del Mastro, oncologa e responsabile della Breast Unit dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, nonchè membro del Comitato Scientifico di Fondazione Umberto Veronesi. Si preannuncia una svolta nell’uso del tamoxifene nella prevenzione delle recidive nelle donne che hanno avuto un tumore al seno. Questo modulatore selettivo del recettore degli estrogeni, somministrato dopo l’intervento chirurgico alle pazienti che hanno avuto un tumore mammario intraepiteliale, si è infatti confermato efficace anche a basse dosi, con una riduzione drastica degli effetti collaterali. La buona notizia, che apre a un cambio della pratica clinica, arriva da uno studio multicentrico italiano, che ha visto il coinvolgimento di 14 centri, i cui risultati sono stati pubblicati di recente sul Journal of Clinical Oncology.

Esploriamo i fattori che inibiscono l’efficacia del tamoxifene, un farmaco cruciale nel trattamento del cancro al seno. Raramente è stato osservato un aumento di volume di cisti ovariche in pazienti trattate con tamoxifene. Nelle donne in trattamento con tamoxifene sono stati raramente osservati polipi della vagina. In conclusione, è importante tenere conto anche degli effetti collaterali prima di prescrivere la terapia ormonale alla singola paziente ed è altresì importante che la paziente si confronti periodicamente con l’oncologo. Solo un piccolo numero di pazienti è stato esposto a tamoxifene in corso di gravidanza. Non è stato riportato che tale esposizione abbia causato una successiva adenosi vaginale o carcinoma a cellule chiare della vagina o della cervice nelle donne giovani che avevano subito l’esposizione a tamoxifene nella vita intrauterina.

La loro eventuale presenza si può verificare nell’ambito dell’esame istologico sul materiale prelevato durante la biopsia o l’intervento chirurgico. Se i recettori sono effettivamente presenti, si dice che il tumore è positivo per i recettori degli estrogeni (ER+) e/o per quelli del progesterone (PR+). Ciò significa che i rispettivi ormoni sessuali stimolano la crescita della massa tumorale e che quindi la terapia ormonale è indicata. In secondo luogo, occorre valutare se la donna sia già entrata o meno in menopausa.

In caso di grave trombocitopenia, leucopenia o ipercalcemia è necessario procedere ad una valutazione individuale del rapporto rischio / beneficio e, se la somministrazione è effettivamente necessaria, si deve prevedere un monitoraggio medico particolarmente stretto. La terapia con tamoxifene può far crescere il pericolo di cancro all’utero, ictus o coaguli di sangue nei polmoni. Il tamoxifene si usa nella terapia di certe forme di tumore al seno, sia nelle donne che negli uomini. Il tamoxifene può contribuire all’aumento del rischio di tumore all’utero, ictus o coaguli di sangue nei polmoni.